28 gennaio 2012

Mia cara bici, ma quanto mi costi?

È da un po' ormai che mi guardo in giro per comprare una bicicletta. Qui avere la bicicletta rende davvero le cose più facili, ci sono piste ciclabili praticamente ovunque e il traffico è poco e scorre lentamente. In pratica prendere la bicicletta non è sinonimo di suicidarsi come un Romano o un Milanese potrebbero pensare.
Ce l'hanno davvero tutti la bicicletta, i miei colleghi, gli studenti, persino la gente che esce la sera. Beh, visto che gli autobus finiscono intorno l'una, e che comunque già dalle 8 di sera iniziano a diventare una rarità, uscire senza bici significa uscire a piedi. E non parliamo di Taxi, per favore: l'ultima volta mi hanno estorto 110€ per un viaggio che non ne valeva nemmeno la metà.

Dicevo, è da un po' di tempo che mi guardo in giro e che prendo note mentali su dove si trovano i negozi di biciclette e quali potrebbero interessarmi.
Premetto che la bici mi serve come mezzo per spostarmi in città, non sono un ciclista professionista né un acrobata, quindi una bici da passeggio o magari una cosiddetta "mountain bike da passeggio" sono esattamente quello che cerco. Niente di troppo vistoso poi, perché una cosa che continuano a ripetermi tutti è che qui ci sono molti furti.
Oggi finalmente mi sono deciso a fare l'acquisto, sono uscito di casa armato di buone speranze e mi sono recato al negozio che mi sembrava il più economico. Era una specie di rigattiere in realtà, che vendeva tostapane, videogame, motorini e, appunto, biciclette. Due per la precisione. Due scassoni, magari rubati, uno a 240€ e l'altro a 90. Prezzi ok, ma basta dire che quando ho girato quella da 90 sottosopra per esaminarla, ha iniziato a perdere acqua nemmeno fosse una Costa Concordia.
Bene, negozio numero due: negozio enorme, una specie di tempio del ciclismo in cui servirebbe una bussola per guardarlo tutto senza perdersi. Prezzo base: 400€. E questo, a parte le dimensioni, riassume quello che mi è successo anche nei negozi tre, quattro e cinque. Risultato: niente me ne sono tornato a casa. A piedi.

Ora quello che vorrei capire è questo: vivo in una città dove sì le biciclette sono di gran voga, ma che conta poco più di 200.000 abitanti considerando anche la provincia, e dove la gente va in giro con scassoni arrugginiti e senza cambio perché comunque c'è il fattore furti da considerare. O il fattore "scherzo di qualche studente ubriaco che ti butta la bici nel fiume". Quindi, dicevo, questi negozianti snob che ti guardano come un barbone perché non spenderesti più di 200€ per una bicicletta, come cavolo fanno a campare? Riconosco, anche da profano, che vendono ottimi articoli, di tutte le forme e qualità. Ma a partire da 400€. Diciamo ora che riescono a vendere - non saprei - due o tre biciclette al giorno. Mi pare difficile eh, perché in giro per strada di biciclette fenomenali non ne vedo. D'altra parte chi si comprerebbe una bici da 1500€ per andare al lavoro? Quindi puntano decisamente agli appassionati (o ai figli di papà). Diciamo due al giorno, con un margine di guadagno di 50€, farebbero 2000€ al mese, a cui vanno tolti l'IVA (eh sì, anche qui abbiamo questo flagello), gli stipendi degli impiegati, bollette e affitti vari. No, i conti non tornano. Anche vendendone quattro al giorno, fanno 4000€ al mese e 80 bici vendute. Non mi intendo di commercio ma anche questo mi pare poco. L'unica altra cosa che riesco a pensare è che il margine di guadagno è molto più alto.

Vatti a fidare, l'unica cosa sicura è che non intendo comprare niente di esagerato. A costo di comprarmi uno scassone e smontarlo pezzo pezzo per renderlo agibile.

21 gennaio 2012

SOPA, POPA, PIPA

Ebbene signori, proprio mentre le tanto discusse leggi americane sono in fase di approvazione, ci accorgiamo che MegaVideo non funziona più, così come i siti ad esso connessi MegaUpload, MegaPorn e MegaCheAltroNeSo.
Nella mia ingenuità ho sempre sospettato che MegaUpload venisse usato per scopi illegali ma, visto che per vedere film senza limiti di tempo chiedevano un abbonamento mensile, ho sempre visto MegaVideo come un'alternativa piuttosto interessante a Sky, del tutto legale. Non mi sono mai iscritto personalmente (di solito guardavo un episodio di Lupin III o Ranma ogni tanto), però a leggere commenti di altre persone pare che, una volta accalappiato un cliente, disdire un abbonamente fosse estremamente difficile. Pare, inoltre, che i responsabili dei vari MegaSiti fossero implicati in riciclaggio di denaro e in molte altre attività poco lecite. Di questo non so niente, ma mi chiedo se non siano più colpevoli di violazione di copyright di qualsiasi altro sito con contenuti inseriti dagli utenti.
Spero di non infrangere nessun copyright e di non far chiudere Blogspot postando qui l'immagine che appare ora connettendosi a megaupload.com:


Va notato, comunque, che tutto questo è successo il giorno dopo l'oscuramento di Wikipedia e di tanti altri siti per protesta contro SOPA e PIPA. C'è già chi formula ipotesi, chi dice che quest'azione dell'FBI sia volto a dimostrare che, con o senza SOPA, lo stato americano riesce ad ottenere quello che vuole a colpi di estradizioni (le persone arrestate, fondatori ed impiegati, si trovavano in Nuova Zelanda), c'è chi dice invece che il tempismo sia perfetto per dimostrare al mondo la pericolosità delle nuove proposte di legge e quindi per screditarle.

Non mi interesso di politica americana per quanto questa possa avere impatti anche sulla nostra vita, ma mi chiedo, signore e signori, quante di queste accuse siano effettivamente fondate e quante siano state messe lì per fare "volume".
E soprattutto mi chiedo: qualcuno ne gioverà da quest'oscuramento?
Le persone arrestate, specialmente gli impiegati, non hanno più niente se non 20 anni di galera da scontare. Server, conti in banca, locali, è stato sequestrato tutto, la vita di queste persone è rovinata. E non dimentichiamo i clienti che usavano MegaUpload per scopi leciti, magari per tenere una copia dei propri dati e condivederli con colleghi o conoscenti. Non so se le accuse siano fondate o meno, alcune anzi mi sembra possano porre un precedente molto preoccupante, ma queste sono le parti lese. La scusante è proteggere i diritti d'autore. Facendo parte io stesso del mondo dei videogame mi fa piacere sapere che ciò per cui lavoro è tutelato da leggi, ma bisogna, secondo me, misurare la gravità del problema "pirateria". Ora che MegaUpload ha chiuso, che migliaia di link a file illegali sono invalidati per un po', che qualcuno ne approfitti per contare le vendite in più e che questi dati siano resi pubblici. Il sospetto è che non cambierà nulla, che nessuno vedrà alcun beneficio, il tutto sarà a scapito dei fondatori di MegaUpload. E a scapito mio che non potrò più vedere Lupin.

Il discorso sarebbe lungo e credo sarà meglio approfondirlo in un altro post, ma prima di gridare "al pirata" bisogna contare. Il furto è tale quando c'è una parte lesa. Sarò pronto a schierarmi contro la pirateria quando, numeri alla mano, mi si spiegherà che, tolte le spese legali e amministrative, combattere la pirateria comporta un utile, che ridurre in miseria gente che parassita il mio lavoro (e qui la lista sarebbe lunga, altro che MegaUpload) rende davvero il mondo un posto migliore.

Resta da capire cosa ne sarà di YouTube ora, visto che Ranma andrò a vedermelo lì. E resta da sperare che a nessuno venga in mente di usare sourceforge e github per trasferire file illegalmente.

6 gennaio 2012

M'interessa, non m'interessa...

In questi giorni di spread che sale costantemente, di manovre finanziarie e crisi non si riesce più a aprire un sito internet o un giornale senza farsi sbattere in faccia la liberalizzazione degli orari dei negozi, gli indignados, le banche. Pare incredibile ma persino gemmadelsud è stata messa in ombra. Chiodo scaccia chiodo?

Fedele a questa moda, anche io mi butto nella mischia con questo post, dettato dalle mie decennali esperienze come un po' accade per tanti altri blogger.
Le banche, ormai, sono l'argomento preferito di tantissima gente, letterati e scienziati che di colpo si scoprono esperti di finanza. Queste istituzioni immorali che creano soldi dal nulla, che fanno soldi sfruttando il tempo e di conseguenza peccando gravemente, che falliscono e vanno a piangere alla tesoreria dello Stato e si fanno aiutare con i soldi che loro stesse hanno prestato e persino creato.

Di solito pensiamo che sia il capo di Stato ad avere il potere. Di recente, su un giornale italiano ho letto che un politico ha bisogno essenzialmente di tre cose: soldi, potere e prestigio. Con i soldi si pagano campagne pubblicitarie, eserciti e tutto quello che serve per avere il potere. Soldi e potere insieme danno prestigio, e il prestigio porta a guadagnare soldi. Il problema di questo trittico è che i soldi sono emessi dalle banche e, per dirla in parole semplici, se vuoi i soldi la banca ti tiene per i coglioni.
Non è difficile immaginare una situazione tipica di un politico molto influente: lui ha bisogno di soldi per pagarsi i vizi e per vincere le prossime elezioni, magari per corrompere un giudice, per pagare delle penali, per insabbiare qualche scandalo. Quei soldi li ha (o meglio li fabbrica) la banca. È così che la lobby dei banchieri guadagna potere nelle faccende politiche. Se un politico non può pagare le armi per contrastare la fazione avversaria o semplicemente degli avvocati per difendersi dagli oppositori, affonda. Se la banca, per delle intempestive "difficoltà economiche" in quel momento non ha soldi da prestare, il politico di turno è nei guai. È quindi suo interesse diretto fare in modo che le banche non si facciano venire queste "difficoltà economiche" nei momenti di bisogno.
Un bel circolo vizioso che non ha niente a che vedere con rischi, lavoro, sacrifici. La ricchezza (di beni, di soldi, di quello che sia) è una motivazione importante: chi si prenderebbe la responsabilità di pagare (di fatto mantenere) delle persone senza un ritorno di qualche sorta? Un dipendente che interesse ha a creare la propria attività se lo stipendio rimane lo stesso o addirittura si abbassa, mentre orari di lavro e responsabilità aumentano? Ebbene, per una banca questi rischi così gravi proprio non riesco a vederli.
Le banche prestano soldi (a quanto pare che non hanno), chiedono interessi che non possono essere pagati (se una banca mi presta 10€ [I]che non ha[/I] e ne vuole 12 in cambio, io devo chiederne altri 2 in prestito per poterli rendere e così via). E così le banche cercano di ingraziarsi favori come possono e in cambio chiedono altri favori. In fondo, a rendere vive queste entità astratte siamo noi stessi. Noi abbiamo il potere di scegliere che prodotti comprare, che conti usare e se usarli (anche se ormai non più tanto facilmente). Chissà che succederebbe se andassimo a prelevare soldi liquidi tutti insieme - tutti i risparmi, fino a lasciare 5€ sul conto o anche meno.

A scuola, nei libri di storia tutto sembrava chiarissimo: i servi della gleba sgobbavano, gli schiavi non avevano speranze, i nobili passavano il tempo come potevano e i re erano a turno giusti o ingiusti. Tutto chiaro, un pedaggio ingiusto mi faceva automaticamente chiedere perché tale re era tanto cattivo da pretenderlo, una liberalizzazione mi faceva dire "ah, ci voleva tanto?". Mi chiedevo perché i nobili non andavano a studiare e a cercare un lavoro come tutti e perché i contadini non cercavano di migliorare le proprie condizioni. Perché non facevano amicizia fra di loro, in fondo erano tutti degli ometti medievali ignari del futuro da dove li osservavo. Tutto mi sembrava evidente, solo che quella gente per qualche motivo non cambiava mai atteggiamento.

Oggi, in una società che fra indignados, dittatori, e grandi aziende è un casino totale, non si capisce più niente. Eppure, io dei paralleli con l'antica nobiltà, con i cavalieri che di tutto facevano pur di avere un cavallo su cui sedersi, con banchieri ebrei e tutto il resto ogni tanto riesco a farli. E allora mi sembra di nuovo tutto chiaro.

Faccia da Sony

Fra i recenti attacchi informatici del gruppo Anonymous, la denuncia a GeoHot, il flop della PsGo seguito a ruota dal flop della PS Vita, Sony, la società creatrice della vecchia cara PlayStation sta collezionando figuracce una dietro l'altra e riducendo la sua immagine pubblica a quella di un'azienda di quart'ordine. E dopo quello che mi è capitato ieri avrei proprio voglia di vedere che gran faccia da Sony ha la persona responsabile del PlayStation Store.

È di questi giorni la notizia sul ritorno in campo del gruppo Anonymous, con una minaccia postata su Twitter circa l'eliminazione della Sony con pesanti attacchi informatici a siti e impiegati. Motivi ideologici, forse interessi di qualcuno, chissà. Resta il fatto che Sony è stata presa di mira da gente che ha dimostrato di fare sul serio.
L'anno scorso, verso maggio, si sono fatti sottrarre la bellezza di 12700 numeri di carte di credito e qualcosa come 24 milioni di login/password. Roba da sguazzarci per chiunque voglia rivendere un succoso dizionario di login. Naturalmente da Sony sono arrivate smentite, patch, chiarimenti, scuse, il tutto con la dovuta calma mediatica tanto cara alla cultura giapponese. Forse questi numeri rubati sono inutilizzabili, forse le password non erano conservate in chiaro. Fatto sta che se la mia carta che avevo registrato sul PlayStation Store non fosse ormai scaduta non avrei dormito tanto tranquillamente. Senza dilungarmi troppo, resta il fatto che questo attacco è andato a segno.

Ieri ho cercato di collegarmi al PlayStation Store per provare qualche demo per PSP. Avendo cambiato PSP, password e email da quando mi ero iscritto l'ultima volta (non ci si può connettere se non tramite la PSP legata al proprio account), ho deciso di aprire un nuovo account. Naturalmente ho avuto cura di inserire solo dati falsi, non essendo interessato a fare acquisti, ma ad un certo punto mi è comparsa la temutissima pagina che chiede il numero della mia carta di credito. Per fortuna c'era un tasto "Skip". Poi altre domande, fino ad arrivare al momento di registrare la mia PSP nel nuovo account. Di nuovo la pagina di richiesta della carta di credito. "A che gli servirà mai visto che la PSP l'ho già pagata e l'account è gratis", penso io... Skip! E qui la sorpresa: la registrazione della PSP fallisce. Il login dalla PSP non funziona, l'account è inutilizzabile. La pagina della carta di credito è sorprendentemente ben fatta, al punto di accorgersi che i numeri di carte che si trovano in rete sono falsi, quindi non la si può aggirare. In altre parole se vuoi aprire un account puoi, se poi lo vuoi anche usare devi metterti a rischio. Naturalmente ho lasciato stare. Ma perché questa forzatura sospetta, proprio in questo momento di insicurezza? Ci vuole proprio una gran bella faccia...

Ieri ho anche cercato di ridare vita al "lettore mp3" Sony che acquistai ingenuamente anni fa: gran bella fregatura, non legge né mp3, né ogg né niente. Solo il suo formato comprensibile unicamente a SonicStage, che naturalmente è Windows-only e lontano da essere ai livelli di WinAmp o SongBird. Senza contare che comprimere musica già compressa (da ogg/mp3 a atrac) comporta un'ulteriore perdita di qualità. E senza contare che in aeroporto mi fermano sempre, perché ai controlli l'elegante lettore atrac della Sony appare molto simile a un coltello. Risultato: ho lasciato stare.

Tornando a parlare di console, secondo alcune fonti la classifica di vendita della settimana scorsa in Giappone è:
  1. Nintendo 3DS - 197952 unità vendute
  2. PlayStation 3 - 67199 unità vendute
  3. PSP - 62746 unità vendute
  4. PS Vita - 42648 unità vendute
La somma di tutte le unità Sony non arriva nemmeno al numero di console 3DS. Certo è che io non ci penserei nemmeno a comprare una console che non offre modalità online a meno di dare numeri di carta di credito, che non è in grado di riprodurre ogg/oga né flac e non supporta nemmeno più i miei vecchi giochi. Dovrei anzi anche comprare le nuove memory card, illeggibili dal PC senza comprare adattatori e sommergermi di cavi tutti diversi fra loro. Stesso discorso vale per la PlayStation 3, che se un tempo poteva allettarmi con l'idea di installarci su Linux e avere un PC extra sempre collegato al televisore e senza cavi o pezzi in più in giro, ora mi attira quanto un tegamino.
Potrei andare avanti ancora per molto a parlare delle CyberShot, dei Vaio, degli Ericsson, dei televisori... ma preferisco lasciar stare :)
E pensare che un tempo ero un grande fan della Sony, che con la PlayStation e il loro design elegante ha saputo conquistare milioni di clienti.